26Apr

Il ballo di Irene

dal 26 al 29 aprile

l'incredibile storia di Irène Némirovsky , scrittrice ebrea morta ad Auschwitz nel 1942 dopo aver viaggiato per mezza Europa e trionfato a Parigi grazie ai suoi capolavori letterari.

 

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Mirabilia Teatro

con il patrocinio

del Consolato di Francia, del Museo della Resistenza di Torino,
del DAMS di Torino, del Centro Regionale Universitario per il Teatro
e della U.I.L.D.M.

presenta:


IL BALLO DI IRENE

 

Da giovedì 26 a domenica 29 aprile

scritto e diretto da

ANDREA MURCHIO

con la consulenza storiografica di
BRUNO MAIDA
docente di storia contemporanea alla facolta' di Scienze della Formazione dell' Universita' di Torino

con

ALESSIA OLIVETTI

scene e costumi
SARA SANTUCCI

light-design
PIETRO STRIANO


Il Ballo di Irene è l'incredibile storia di Irène Némirovsky , scrittrice ebrea morta ad Auschwitz nel 1942 dopoaver viaggiato per mezza Europa e trionfato a Parigi grazie ai suoi capolavori letterari (David Golder, Il Ballo..).Romanzi entusiasmanti, che all'epoca rivelarono una fuoriclasse della scrittura e che - con l'avvento del cinema sonoro - divennero soggetti cinematografici di grande successo.Attraverso ricostruzioni documentaristiche dell'epoca (e con radiogiornali elaborati ad hoc per la messinscena teatrale) riscopriamo l'esistenza di una grande donna e l'identità negata - prima dal nazismo, poi dall'oblio dellaStoria - di una sensazionale scrittrice, il cui ultimo testo, Suite Francese, è stato dato alle stampe per la prima volta soltanto nel 2005, dopo che per anni il manoscritto era rimasto nascosto nella valigia che la Nemirovsky aveva lasciato in eredità alle sue due figlie, Denise ed Elizabeth, dopo la sua deportazione. Il testo teatrale segue le vicende private di Irene in parallelo con i grandi e tremendi fatti che accaddero inEuropa fra l'inizio del XX secolo e il 1942, anno della scomparsa della scrittrice. Il tutto raccontato in prima persona proprio da lei, Irene, naturalmente attraverso il corpo e la voce dell'attrice Alessia Olivetti e la ricostruzione biografica (non priva - per forza di cose - di elementi fantastici o romanzati) scritta da Andrea Murchio in collaborazione con Bruno Maida, docente di Storia Contemporanea del D.A.M.S.di Torino.


"Abbiamo dunque potuto apprezzare questo interessante testo teatrale, che ricostruisce la storia di Irène Némirovsky, ne segue la vita e le traversie dalla natia Kiev, poi a San Pietroburgo, e di qui la fuga dalla Rivoluzione, e l’arrivo in Francia; l’integrazione nella società francese,e poi l’umiliazione delle leggi antiebraiche del governo di Vichy. Una ricostruzione che narra la tragedia di una vita, distrutta dalla Shoah, ma anche i suoi sentimenti, il rapporto con il marito e le figlie, ma soprattutto la grande passione della sua vita: l’amore per la letteratura e l’orgoglio di scrivere articoli e libri; un lungo monologo, recitato con grande capacità e passione dalla giovane Alessia Olivetti, che sembra identificarsi perfettamente in Irène. Un bel testo, che ci fa conoscere ed amare una figura di donna e scrittrice, distrutta nella tragedia immane della Shoah. "

Beppe Segre - Presidente della comunità ebraica di Torino


"Riscoperta nel 2005 con la pubblicazione di Suite francese, Irène Némirovsky è una delle più importanti scrittrici europee del ‘900. Ebrea russa, parigina d’azione, deportata e morta ad Auschwitz nel 1942, la sua vita approda in teatro grazie a Il ballo di Irène.Scritto e diretto da Andrea Murchio, il testo ci accompagna in modo colto e raffinato in un viaggio nelle vicende umane e letterarie di Irènenonché nella follia del Nazismo. La magistrale interpretazione di Alessia Olivetti, ci presenta con grande naturalezza e vivacità le inquietudini, la voglia di vivere, i desideri, le passioni di una donna alla continua ricerca dell’affermazione della propria identità. Nel corpo, nella voce, nella recitazione della Olivetti, Irène Némirovsky è sì schiacciata dagli eventi, ma elevata a protagonista assoluta, ascrittrice che ritrova nella letteratura, nell’arte di raccontare, la ragione della propria esistenza.Attorno a sé, gli oggetti di scena voluti dalla regia di Andrea Murchio, danno il senso dell’intreccio tra la vita privata di Irène e la Storia: la macchina da scrivere, compagna fedele di emozioni e sentimenti. La valigia, per fuggire dalla persecuzione, ma al tempo stesso piena di ricordi e scrigno per molti anni delle opere dell’autrice. Ed ancora, la scala, metafora della vita: per partire, per raggiungere il successo, per scendere negli orrori di un campo di concentramento.Una rappresentazione teatrale intensa, che ci porta non solo a scoprire la vita una grande scrittrice, ma a godere una grande e piacevole emozione."

Paolo Ballesio - Membro del CDA del Museo Nazionale del Cinema diTorino


"Quella di Irene Nemirovsky è la straordinaria vicenda di una donna, di una scrittrice, di un’ebrea, di una madre che attraversa l'Europa ela prima metà del Novecento alla ricerca di se stessa, di un’identità riconoscibile e riconosciuta, di un ruolo pubblico come intellettuale, di una definizione più o meno consapevole della sua ebraicità che si colloca in un attraversamento complesso e drammatico dalla Russia dei pogrom alla Francia di Vichy. Ormai conosciuta dal largo pubblico per i suoi romanzi e racconti tradotti in questi anni in Italia, la rappresentazione teatrale della sua breve esistenza consente una riflessione sull'Europa degli anni Venti e Trenta, nella quale la società di massa si stava affermando, un sentimento di grande trasformazione imminente attraversava le menti e i cuori di grandi masse di persone ma anche i germi di una feroce intolleranza crescevano e si diffondevano rapidamente.Irene Nemirovsky lottò strenuamente per affermare il suo essere scrittrice e cittadina francese, per imporre una narrazione capace di coniugare la drammaticità delle esistenze raccontate con la feroce critica di un mondo tutto rivolto al denaro come simbolo di affermazione, di riconoscimento sociale ma alla fine condizione di un insuperabile scacco esistenziale. Ma Irene fu anche la rappresentazione di un’identità ebraica tutt’altro che lineare, sempre sul confine tra assimilazione e integrazione. "

Bruno Maida - Professore di Storia Contemporanea al DAMS di Torino

 

IL BALLO DI IRENE


Dal 26 al 29 aprile 2011da giovedì a sabato ore 21 - domenica ore 18

ARTIFICIO

Vicolo della Campanella, 4 - Roma Prenotazione consigliata

info e prenotazioni al numero 06 96847559 oppure qui

Biglietto intero € 10
Biglietto ridotto € 7
Quota associativa Teatraktys Artificio per il 2012 €5

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